La mancanza di acqua in gran parte delle case e la crescente esigenza di igiene e pulizia spinsero l’Impero Romano a dotarsi di strutture capienti che, inizialmente concepite come semplici bagni pubblici, si trasformarono nel tempo in veri e propri centri benessere, simili alle moderne spa. Le terme romane divennero non solo luoghi dedicati alla cura del corpo, ma anche spazi di aggregazione sociale, aperti a tutti grazie alla loro gratuità o a un costo molto basso. Inizialmente alimentate da acqua fredda, le terme vennero progressivamente arricchite con piscine di acqua tiepida e calda e dotate di innovativi sistemi di riscaldamento a pavimento, noti come “hipocaustum”.
Terme di Agrippa
Le Terme di Agrippa, costruite tra il 25 e il 19 a.C., rappresentano il più antico esempio di terme pubbliche a Roma. Parte di un ampio progetto di riqualificazione del Campo Marzio, queste terme erano alimentate dall’acquedotto dell’Acqua Vergine. Tra le strutture ancora visibili oggi, si trova l’Arco della Ciambella, situato nell’omonima via, che faceva parte di una grande sala circolare originariamente presente nel complesso.
Terme Neroniane o Alessandrine
Le Terme di Nerone, situate anch’esse a Campo Marzio, erano contigue a quelle di Agrippa e collegate tramite un bacino artificiale. Alimentate dall’Acqua Alessandrina, queste terme si estendevano dal Pantheon fino a Piazza Navona. La loro pianta quadrata includeva piscine con temperature differenziate, oltre a palestre e ambienti dedicati ai massaggi, dimostrando un’evoluzione funzionale rispetto ai complessi precedenti.
Terme di Tito
Costruite nell’80 d.C. sul Colle Oppio, di fronte al Colosseo e in prossimità della Domus Aurea, le Terme di Tito erano di dimensioni modeste e probabilmente inglobavano parte dei bagni privati della Domus. Oggi della struttura rimane ben poco, essendo pressoché scomparsa.
Terme di Traiano
Sul lato opposto del Colle Oppio, Traiano inaugurò nel 109 d.C. il più grande impianto termale dell’epoca, costruito anch’esso sopra parte della Domus Aurea. Accessibili da ogni lato, le terme comprendevano una grande piscina, ambienti per bagni tiepidi e caldi, palestre, spogliatoi e stanze per la cura del corpo. Questo complesso segnò un punto di svolta nell’architettura termale romana.
Terme Surane
Situate sul Colle Aventino, non lontano dal celebre “Buco della Serratura” e vicino al Circo Massimo, le Terme Surane erano alimentate dall’acquedotto dell’Acqua Marcia. Di dimensioni ridotte, queste terme erano probabilmente ad uso esclusivo degli aristocratici, suggerendo un carattere privato piuttosto che pubblico.
Terme Eleniane
Edificate nei pressi di Porta Maggiore, all’interno del complesso residenziale di Settimio Severo, le Terme Eleniane furono distrutte nel VI secolo da papa Sisto V per la costruzione della Via Felice, che collegava Trinità dei Monti a Piazza Santa Croce in Gerusalemme. Ad oggi, rimangono poche tracce di questa struttura.
Terme di Caracalla
Costruite a sud della città, vicino al Circo Massimo e al Colle Palatino, le Terme di Caracalla furono edificate nel 216 d.C. sotto l’imperatore Settimio Severo. Rappresentavano le terme pubbliche più imponenti del loro tempo. Alimentate da una diramazione dell’Acqua Marcia, il complesso era progettato non solo per i bagni, lo sport e la cura del corpo, ma anche come luogo di passeggio e studio. I sotterranei ospitavano depositi di legname, forni, caldaie, un impianto idrico e un mulino, fulcro delle attività operative gestite da centinaia di schiavi e operai.
Terme di Diocleziano
Le Terme di Diocleziano, costruite intorno al 300 d.C. nei pressi dell’attuale Stazione Termini e Via Nazionale, costituiscono un complesso monumentale unico al mondo per dimensioni e stato di conservazione. Edificate sul modello delle Terme di Traiano, potevano ospitare oltre 3.000 persone contemporaneamente. La vasta piscina di acqua fredda, situata nell’odierna Piazza della Repubblica (già Piazza Esedra), era alimentata dall’Acqua Marcia, che riempiva una cisterna lunga quasi 100 metri, nota come “la Botte di Termini”. Questo straordinario complesso testimonia la raffinatezza e l’avanzamento tecnico dell’ingegneria romana.


